Category: Trip Tips

Gli eventi più caldi dell’anno a Miami

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Art Déco Weekend

Per gli amanti dell’arte e del vintage, gennaio è il mese giusto per organizzare un viaggio a Miami. Da 43 anni, nell’ultima settimana del mese, Ocean Drive accoglie l’Art Déco Weekend, un festival culturale con più di 85 eventi gratuiti dedicati a questo stile eclettico, anima culturale della città.

Colori tropicali e toni pastello decorano le facciate e gli interni degli edifici, ma in questa occasione potrete respirare un’atmosfera d’altri tempi passeggiando tra mercatini vintage, musica dal vivo, esposizioni d’auto d’epoca e sfilate retrò.

Parola d’ordine: vintage style!

Miami open tennis

Roger Federer e Rafael Nadal, Ashleigh Barty e Karolina Pliskova sono solo alcuni dei grandi protagonisti che a marzo si sfidano in Florida a caccia del secondo Masters 1000 della stagione. Il nuovo Hard Rock Stadium diventa il teatro del miglior del tennis mondiale, uno spettacolo a cielo aperto ricco di eventi di ogni tipo.

Parola d’ordine: grandi eventi sportivi.

Ultra Music Festival

Non di solo sport si vive.

Marzo, infatti, vede in programma un altro importante spettacolo: Ultra Music Festival (UMF). Tre giorni dedicati alla musica elettronica suonata dai più importanti artisti del momento: Alesso, David Guetta, Charlotte De Witte…

Tra un DJ Set e l’altro potrete godere della migliore musica in una location spettacolare. Per gli amanti del genere un appuntamento imperdibile.

Parola d’ordine: electronic vibes.

Miami Beach Pride

Ogni anno ad aprile la comunità LGBTQ si riunisce coinvolgendo tutta la città in una festa unica nel suo genere con eventi speciali gratuiti, musica e tanto divertimento.

La parata annuale è sicuramente l’avvenimento più noto, ma è solo uno dei tanti eventi che si tengono durante i sette giorni di manifestazione. È imperdibile anche la gara sui tacchi a spillo e la Miami Pride Cruise. Obiettivo della manifestazione è riunire i membri della comunità, per celebrare le diversità in pace e armonia senza distinzione di genere.

Parola d’ordine: celebrare l’unicità!

Art Basel Miami Beach

Ogni anno a dicembre il mondo dell’arte si riunisce al Convention Center di Miami.

Art Basel è l’evento artistico culturale più importante dell’emisfero occidentale: tantissime gallerie (268 nel 2018) provenienti da tutto il mondo espongono le opere di migliaia di artisti. Si possono ammirare dipinti, sculture, installazioni, fotografie e film di artisti emergenti e di grandi maestri del passato. Per gli appassionati un vero punto di riferimento.

Parola d’ordine: arte e cultura.

Pare proprio che Miami conquisti ogni tipo di gusto in fatto di eventi.

Che voi siate amanti dell’arte, dello sport o della musica non importa… Miami è tutta da vivere!

Miami: i migliori locali in città

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Vitalità è la parola che la rappresenta meglio.

La stessa vitalità che si respira tra club esclusivi e terrazze mozzafiato.

Quali sono gli indirizzi imperdibili del momento?

Prendete nota, ecco alcuni locali da non perdere per immergervi nella città e vivere qualche giorno come veri local.

Mango’s Tropical Cafe

Situato sulla Ocean Drive, Mango’s Tropical Cafe è una istituzione in città.

Spettacoli eccezionali, esibizioni dal vivo, musica latina (tra cui Samba e Conga cubana), ottimi drink e sapori caraibici si mescolano in una location eccentrica. Insomma, il divertimento nel cuore pulsante di Miami Beach è assicurato dall’ora di pranzo fino all’alba.

Un unico accorgimento: la selezione all’ingresso non permette outfit approssimativi, ma siamo certi che non farete scivoloni sullo stile.

Area 31

Glamour e con una vista mozzafiato, è il locale perfetto per un aperitivo o un drink. La terrazza Area 31 con vista panoramica è situata al sedicesimo piano del Kimpton EPIC Hotel, in zona Dowtown a Miami.

Ordinate il cocktail più cool del momento e prendete un bel respiro perché lo skyline da qui potrebbe lasciarvi senza fiato. Infine, rilassatevi a bordo piscina assaporando l’ottima cucina locale ispirata all’oceano.

Bleau Bar

Situato all’interno dell’hotel Fontainebleau, il Bleau Bar è luogo di incontro delle stelle dello spettacolo fin dagli anni ‘50. Caratterizzato da un’atmosfera cool e vibrante potrete sorseggiare classici cocktail, sperimentare le novità del momento e sentirvi delle vere star.

Komodo

Situato nel lussuoso quartiere Brickell di Miami, Komodo è un ristorante di tendenza che unisce cucina contemporanea del sud-est asiatico a un’atmosfera tipica del sud della Florida.

Situato su tre livelli, propone al primo e secondo piano un ristorante. Al terzo piano vi attende lo strepitoso lounge bar, uno spazio intimo in cui concludere la serata tra cocktail e opere d’arte, tra cui l’esclusiva decorazione ispirata alla pop art di artisti famosi come Mari Kim e Hebru Brantley.
Non perdete tempo: per raggiungere Miami è sufficiente un trolley da cabina, costumi da bagno e l’outfit giusto per una serata indimenticabile.

Miami: top quartieri

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Wynwood

Creativo, dirompente ed eccentrico, Wynwood è il cuore artistico di Miami.

Vivace e trendy, è caratterizzato da piccoli atelier e boutique d’alta moda, gallerie d’arte e spazi espositivi, più di 70 in tutto.

L’arte si respira anche per le vie del quartiere, ricche di murales e graffiti. Wynwood è chiamato anche Little San Juan e El Barrio, per le sue storiche origini portoricane: qui modernità e tradizione si mescolano creando un’atmosfera unica.

Spiriti creativi e amanti dello stile fatevi avanti: il tour della città per voi inizia da qui.

Coralway

Coralway è situato a nord ovest di Downtown Miami sulla strada che porta a Coral Gables.

La sua storicità si riflette dell’architettura che mescola tendenze Art Déco con edifici in stile Revival Mission anni Venti.

Forte è la presenza della cultura cubana che si respira nei café e nei ristoranti tipici dal menù latino.

Coralway è un quartiere pittoresco, ideale per chi ama la vita sana e tranquilla: tra alberi di banyan potrete seguire una lezione di yoga, oppure rilassarvi in uno dei tanti centri olistici che popolano le vie del quartiere.

Strategica la vicinanza a Little Havana, che merita assolutamente una visita.

Miami Beach

Pronunci Miami e pensi a Miami Beach: sole, spiagge bianche caratterizzate dalle classiche torrette dei bagnini,  giovani dai corpi scolpiti e auto sportive.

Miami Beach è l’anima spensierata della città, un paradiso immerso nella vegetazione tropicale come nei migliori film.

Questo quartiere è la destinazione perfetta per una vacanza al mare se amate il divertimento, i club e ballare fino a tarda notte.

Non dimenticate di mettere in valigia crema solare e abiti comodi, senza rinunciare però allo stile.

Downtown

Downtown è il cuore pulsante di Miami, caratterizzato da musei, centri commerciali, hotel e sullo skyline grattacieli firmati da architetti famosi.

L’animo moderno di Miami si esprime per le vie di questo quartiere ricco di spazi aperti, eventi sportivi e musicali raggiungibili con il Metromover, il sistema di trasporto sopraelevato che si svincola per la città.

Comodità, lusso e servizi sono i must di questo quartiere che volge lo sguardo alla modernità.

Coconut Grove

Siamo nel centro più verde della città, elegante e stravagante allo stesso tempo, il luogo di incontro di studenti, creativi, curiosi e turisti amanti dei mercatini locali.

Fondato più di 200 anni fa, Coconut Grove è un’oasi tropicale, in cui la natura si è integrata completamente nell’assetto urbano regalando ai turisti e ai propri abitanti uno spettacolo unico.

La vicinanza con l’University of Miami di Coral Gables e la baia di Biscayne ha reso il quartiere un polo di attrazione per giovani e studenti che trascorrono il tempo libero tra musei e bar partecipando al ricco calendario di eventi musicali e festival che caratterizzano le serate di Coconut Grove.

Parigi – i migliori negozi vintage

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Prima di tutto, i francesi hanno un nome personalizzato per tutto: sentirete chiamare il negozio dell’usato “fripe” o “friperie”, e possono essere scovati in tutti i quartieri. Noi abbiamo scelto i migliori e i più curiosi, per tornare a casa con una valigia piena di articoli chic e d’altri tempi.

Kilo Shop Marais (69-71 rue de la Verrerie 75004). Tre etti di jeans e un mezzo chilo di magliette a fiori. Riempite i sacchetti, fate pesare il tutto, et voilà, il prezzo va a peso. Ci sono oggetti, abiti e pantaloni per tutti i gusti, fate solamente attenzione alle etichette, perché alcuni pezzi hanno prezzi fissi e non rientrano nel “peso”.

Mam’zelle Swing (35 bis Rue du Roi de Sicile, 75004) Passeggiando per Marais, è realmente impossibile non notare questa piccola boutique dalla vetrina che splende delle tinte matte di un rossetto anni ’20. Qui dentro potrete trovare moda e vestiti che vanno proprio dal periodo degli anni ruggenti agli anni ’60: abitini bon ton e dettagli chic. Una vera meraviglia per gli occhi (un po’ meno per il portafoglio) per gli appassionati del genere.

L’Objet qui Parle (86 Rue des Martyrs, 75018) Chi ha detto che lo shopping vintage dev’essere solo di abbigliamento? In questo incredibile negozio, che trovate tra le vie di una sempre affascinante Montmartre, dovete armarvi di pazienza e tempo, perché è il classico posto in cui scoprire delle vere gemme, scavando tra montagne di pezzi brutti, cianfrusaglie e pezzi inutili. Ma proprio dentro quella zuccheriera orribile, può nascondersi uno specchio consumato, ma che ha riflesso lo sguardo intenso di una giovane Brigitte Bardot.

Ragtime (23 Rue de l’Échaudé – 75006 ) Non fatevi ingannare dall’aspetto un po’ trasandato della vetrina, dietro quella porta, in St. Germain des Près, c’è davvero un tesoro. La padrona di casa è Françoise Auguet, è una vera collezionista (ed esperta) di pezzi d’arte… in stoffa. Qui potrete provare pezzi d’alta moda o avvolgervi in un foulard di pura seta, lasciandovi coccolare dal racconto che si porta dietro. Un tailleur di Christian Dior non ha sicuramente il prezzo di una maglietta di in mercatino, ma sarà sicuramente il pezzo più memorabile di tutto il vostro armadio.

Mad Vintage (diversi punti vendita, i migliori sono quelli che trovate al 66 Rue Saint-Denis, e quello di 139 rue Saint-Martin). Niente abitini al ginocchio, se per voi vintage significa aggredire i coloratissimi anni ’80 e osare con pellicciotti sintetici e microshort luccicanti, in questo enorme magazzino potete davvero trovare quello che fa per voi. I prezzi sono bassi (la maggior parte dei capi si aggira intorno ai 15 €). Se non avete problemi ad indossare scarpe da ginnastica usate, qui le All star dai disegni retrò non mancano. Magari potrete abbinarli con un paio di jeans skinny, anche se ormai sono tornati così di moda da essere più moderni che vintage!

Parigi – i migliori macarons della città?

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Quindi, se volete provare l’ebrezza di provare tutti i migliori dolcetti di Parigi, vi portiamo alla scoperta delle pasticcerie che hanno fatto di questa passione, arte.

Pierre Hermé (diversi punti vendita, il principale  18 rue Sainte-Croix-de-la-Bretonnerie).
Parlare di questi dolcetti e non citare lui è praticamente un’eresia. Erede di una stirpe di pasticceri di alto livello, si dice essere stato lui a portare i macarons al successo planetario e si è guadagnato il soprannome di  “Picasso of pastry”. I gusti sono ovviamente i più stravaganti, da miso bianco e limone a lucuma (un curioso frutto del Perù) e zenzero candito. Ovviamente i prezzi sono da boutique, ma ne vale assolutamente la pena.

Ladurèe (sette punti vendita in tutta Parigi, il principale è 14 rue de Castiglione).
La ricetta non è mai cambiata nel tempo (da metà del XX secolo), ma i gusti possono davvero stupirvi, soprattutto ultimamente, da quando l’ex chef stellata Claire Heitzler è diventata il direttore creativo internazionale di Ladurèe, e quindi la stagionalità e la qualità degli ingredienti sono diventate il cuore dei loro prodotti. E’ interessante scoprire che Ladurèe ha filiali ovunque, e che tutti i loro macarons vengono prodotti in Svizzera, “ibernati”(nel momento del raffreddamento dopo la cottura in forno) e risvegliati dal pasticcere di destinazione. Tranne quelli francesi e parigini: quelli vengono prodotti in un laboratorio appena fuori dalla città. Quindi è decisamente meglio provarli mentre siete nella capitale.

Sadaharu Aoki (diversi punti vendita, il principale è boutique Port-Royal 56 boulevard de Port-Royal).
Se i classici gusti fruttati e floreali vi annoiano e amate un tocco d’oriente, sicuramente questo è il posto più interessante. Nella sua pasticceria, il celebre chef è estremamente giapponese: alterna i gusti più classici e seri cucinati con una perfezione maniacale, alla creatività assoluta di macarons al gusto umeboshi (la prugna salata giapponese) o wasabi-horeseradish (il rafano). Potrete trovare le sue creazioni anche ad eventi o sfilate di moda, dove ovviamente, è richiestissimo.

Carette (4 Place du Trocadéro 75016).
A due passe dalla Tour Eiffel, questa antica pasticceria, aperta nel 1927 da Jean e Madeleine Carette, ha uno stile classico e meno sofisticato degli altri. I gusti sono quelli della tradizione, con qualche slancio curioso (come la violetta), ma senza uscire troppo dai canoni. Il servizio è accogliente e informale, e i prezzi sono leggermente più bassi del solito (anche sulle confezioni multiple). Tutta la loro carte sucré è incredibilmente gustosa, ma la Délice aux framboise – un grandissimo macaron alla vaniglia riempito con crème brûlée, pistacchi e lamponi freschi – è veramente imperdibile.

Parigi – 5 cose da fare gratis

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  1. Musei gratis la prima domenica del mese. Se dovete pianificare un viaggio, fatelo in modo da includere il primo weekend, e possibilmente da ottobre a marzo, in modo da includere nella promozione anche il Museo del Louvre (che ha un costo regolare di 15 € a persona). Gli altri musei che partecipano all’iniziativa sono il Centre Pompidou, Museo Nazionale Eugene Delacroix, Il Musée D’Orsay, Il Musée de L’Orangerie e il Museo Picasso, oltre a tantissimi altri musei minori. Inoltre per i minori di 26 anni, presentando un documento di identità valido, l’ingresso è sempre gratis.
  2. Parchi e… cimiteri. Tutti i parchi cittadini sono ovviamente gratuiti e ovviamente bellissimi (non perdetevi Parc Monceau e i Jardins du Luxembourg, due vere gemme amate soprattutto dai parigini), ma perché non fare un tour tra le tombe più famose? I cimiteri qui hanno un alto valore storico e spesso sono vere e proprie mete di pellegrinaggio. Il più celebre è sicuramente quello di Père Lachaise, in cui i nomi più famosi restano sempre quelli di Jim Morrison (non farete fatica a trovare la tomba, è l’unica recintata), Charles Baudelaire, Frédéric Chopin e Oscar Wilde. Fate tappa anche al Cimitero di Montmartre.
  3. Parigi dall’alto. Il fascino di vedere la città da una vista privilegiata è senza dubbio una delle cose imperdibili da mettere in elenco. Quali sono i posti migliori?
    Senza dubbio la collina di Montmartre (un quartiere suggestivo e una chiesa imponente dominano tutta la Ville Lumière), Il quartiere Belleville in cui godersi la vista sulla Tour Eiffel e ovviamente i piani alti dei Grandi Magazzini Printemps.
  4. Scoprire la città in bicicletta. Il sistema di bike sharing chiamato Velib vi porterà a spasso per la città o ad un prezzo davvero bassissimo (circa 8 € al giorno) o… gratis! Iscriversi al servizio è un pochino complicato – bisogna iscriversi online e completare tutto il procedimento – ma la prima mezz’ora è gratuita. Quindi potete riconsegnare la bicicletta entro mezz’ora e semplicemente prenderne un’altra. Ma costa così poco che forse la maggior parte delle persone evita la scocciatura.
  5. Aggregarsi ad un tour gratuito della città. Ce ne sono di tutti i tipi: notturni, in quartieri storici, quelli dedicati alla street art o ai set cinematografici e sono totalmente gratuiti. Basta cercare online “free tour Paris” e si aprirà un mondo. Scoprire la città con una guida esperta è sicuramente il modo più curioso e approfondito che vi farà innamorare ancora di più della città dalle mille luci.

Parigi – culture diverse in un’unica città

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Queste serate, ovviamente poco pubblicizzate, offrono la possibilità di godersi un cena guardando al Jardin les Tuileries, ovviamente con menu svedese.

Se dal freddo nord volete spostarvi verso atmosfere egiziane in sole sei fermate di Metro di arriva al Passage du Caire (2, place du Caire – 16, rue du Caire – 239, rue Saint-Denis) , il più antico passaggio coperto di tutta la città. Oggi ospita negozi poco interessanti, ma merita una tappa per la facciata che sbocca su Place Du Caire, la cui facciata al numero 2 è decorata con geroglifici e da tre effigi della dela Hator, dea della femminilità per eccellenza.

Questo luogo è pieno di misteri e curiosità: è stato creato nell’area in cui c’era il convento delle Filles – Dieu e pare che la pavimentazione sia stata fatta proprio con le pietre tombali delle monache. Curioso che poi negli anni sia diventato una “corte dei miracoli”, dove truffatori e ladruncoli si ritrovavano per pianificare le proprie giornate, e poi ritrovarsi la sera col malloppo.

Restando sempre nel cuore della capitale, una tappa curiosa e romantica è senza dubbio la Biblioteca Polacca (6 quai d’Orléans, 75004 sull’Île Saint-Louis, la più piccola delle isole naturali della Senna) che dal 1853 ospita in un sobrio edificio la più grande istituzione che rappresenta la Polonia all’estero.

Creata nel 1832 dagli immigrati fuggiti dal paese dopo la pesantissima occupazione russa, oggi possiede oltre 200.000 libri e opere, alcuni anche estremamente rari.

All’interno del palazzo si trovano anche altri tre musei, dedicati ai più famosi esponenti artistici polacchi: Adam Mickiewicz poeta simbolo dell’unità nazionale, Bolesław Biegas pittore surrealista e simbolista, e ovviamente Fryderyk Franciszek Chopin, anche noto con il nome francesizzato di Frédéric François Chopin. 

Se ci spostiamo nell’estremo oriente, uno dei luoghi più affascinanti è senza dubbio il Cinema La Pagode (52, Rue de Babylone, purtroppo definitivamente chiuso ma visitabile all’esterno). A fine ‘800 il Giappone era di grande moda in città, quindi il proprietario del grande magazzino Le Bon Marché decise di regalare alla moglie un’autentica pagoda giapponese. Resta memorabile l’inaugurazione con l’Orchestra del Teatro di Parigi. Ma questo non basta e la moglie lo lascia, e lui vende la sua splendida pagoda. Si interessa all’edifico l’Ambasciata cinese, ma si accorge alla svelta che all’interno gli affreschi narrano delle dominazioni giapponesi contro la Cina. Nel 1931 viene trasformata in un meraviglioso cinema, con una deliziosa sala da the in un giardino interno. Purtroppo, tutto chiuso a fine 2015.

Parigi – le location dei film più famosi

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Midnight In Paris (2011)

Forse la location più ricercata è il Restaurant Polidor (41, rue Monsieur Le Prince, metro: Odéon), che non è una lavanderia a gettoni, ma esiste ancora e serve tutti i giorni cucina francese dal 1845. E’ il luogo in cui Gil, il protagonista, convince Hemingway a dare un’occhiata al suo romanzo. Papa pare che frequentasse spesso questo locale in compagnia di scrittori del calibro di Paul Verlaine e James Joyce.

Il Codice da Vinci (2010)

Dopo il successo planetario del libro di Dan Brown, nella capitale francese si è creato  proprio un vero e proprio fenomeno di massa, a caccia degli indizi narrati nel libro e ripresi poi da un impeccabile Tom Hanks (Robert Langdon) nel film di Ron Howard.  La tappa più curiosa è sicuramente quella all’interno della Chiesa di Saint-Sulpice (2 Rue Palatine, 75006 Paris), indicata come luogo di passaggio della Linea della Rosa, primo meridiano del mondo.

La curiosità attorno a questa colonna con una linea d’ottone in mezzo è stata tale da costringere i reggenti della chiesa ad esporre un cartello in cui spiegavano la reale funzione scientifica-astronomica e che le lettere «P» e  «S» nelle piccole finestre si riferiscono a Pietro e Sulpice, i santi patroni della chiesa, non all’immaginario «Priorato di Sion».

Il favoloso mondo di Amélie (2001)

Si può citare Parigi e non citare la deliziosa e curiosa Amélie Poulain? La sua vita scorre semplice a Montmartre, tra il Café des Deux Moulins (15 Rue Lepic, angolo con rue Cauchois) in cui lavora, il negozio di frutta e verdura Au Marche de La Butte dove il signor Collignon maltratta il povero Lucien (56, Rue des Trois Frères) e la vita di quartiere lungo Rue Lepic.

Se volete rivivere la sua avventura a caccia di Nino, la tappa obbligata è alla stazione della metro La  Motte-Picquet-Grenelle, dove l’amore senza nome di Amélie appendeva i poster con scritto “Dove e quando?”. Ma è alla Gare de l’Est, invece, che viene risolto il mistero dell’uomo che lascia le fototessere in metropolitana: la cabina fotografica si trova in una sala all’interno, chiamata Salle des pas perdus.

The Dreamers (2003)

Controverso e impregnato di citazioni, il fim di Bertolucci usa Parigi come quarta protagonista, vitale e pulsante sullo sfondo. Ambientato durante i movimenti studenteschi della primavera del 1968, porta ai giorni nostri location intatte e bellissime. La Cinematheque Francaise dove studia il giovane americano Matthew (Michael Pitt) e in cui incontra per la prima volta i suoi nuovi stravaganti amici Théo (Louis Garrel) e Isabelle (Eva Green) è il Palais de Chaillot, opera dell’architetto Frank Gehry, che si vede anche sullo sfondo mentre nelle prime scene, passeggia per la città.

Memorabile la scena in cui  tentano di battere il record di corsa attraverso il Louvre – con esplicita citazione al film del 1964 Bande à part – abbassandolo di bel 17 secondi. Ovviamente girata dentro il più famoso museo parigino.

Di sfuggita si coglie anche dove vivono durante il loro intenso mese di convivenza: l’ingresso, riconoscibilissimo si trova in Place de Rio De Janeiro.

Parigi – alla scoperta di Batignolle

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Fu Manet che scelse questo posto, in quanto si trovava accanto al negozio di articoli per pittori Hennequin dove l’artista acquistava il materiale per i sui dipinti.

Il fascino storico gli è rimasto addosso, ma nonostante le sue ricche dimore storiche e vie pedonali, è molto chic e mai pretenzioso. E’ ricco di chioschi e negozietti, gastronomie tradizionali e piccoli atelier e parchi, ma viene inquadrato come il quartiere più “bobo” di tutta Parigi.

Cosa significa? La parola deriva dalla contrazione di Bourgeois-Bohème e ha quella connotazione un po’ altezzosa dei radical chic, ma è proprio qui che si trovano i posti con più stile e più curiosi.

Partite da Parc Monceau, forse uno dei parchi più eleganti di tutta la città: i suoi salici piangenti e i colori che si mischiano nel riflesso dell’acqua vi ricorderanno sicuramente i dipinti di Monet. Perchè proprio qui lui prendeva ispirazione per le sue operte.

Se capitate in zona di sabato, potrete approfittare del fornitissimo mercato biologico di Batignolle (96 bis rue Lemercier 75017, Paris Métro 13 Brochant) per fare rifornimento di croissant, frutta di stagione e le deliziose marmellate bio da accompagnare alla classica baguette. Una ” déjeuner sur l’herbe” è sicuramente il modo migliore per godersi una giornata nel parco.

Una piacevole passeggiata vi porterà alla scoperta degli angoli più interessanti: c’è una vietta davvero speciale. Il passage Geoffroy-Didelot, creato nel 1843, è una stradina colorata, che conserva l’aria di un villaggio fuori dal tempo, in cui scoprire con un sorriso, come i pittori dell’Atellier du Passage si siano divertiti a dipingere i volti dei negozianti o degli storici abitanti del luogo.

Poco lontano, appena usciti dal passage, potrete dare un’occhiata al celebre Hébertot, un tempo conosciuto come “Théâtre des Arts”, un’affascinante angolo d’arte e cultura che è ancora in fervente attività, dal 1830.

Amate lo shopping? Appuntatevi La rue des Dames, la rue Legendre, la rue de Levis, la place du Docteur Félix Lobligeois e la piazza de Batignolles: negozietti dall’aria hipster e ricercata si alternano con ristoranti e caffè dall’aria informale e ristoranti con cucine di tutto il mondo.

Se volete una cucina d’alto livello a prezzi ragionevoli, provate La Fabrique de Bouchons (17 Rue Brochant, 75017 Paris), un ristorantino creato in una vecchia fabbrica di tappi. Cucina stagionale, creativa e, ovviamente, buonissima.

Arte a New York

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New York ha un culto della bellezza diffuso e ha sempre sgomitato per attirare l’attenzione su di sè, riuscendoci, oltretutto, benissimo.

Ovviamente non si può visitare la Big Apple e perdere i musei più importanti, ma oltre ai grandi classici che devono essere i primi nella lista delle cose da fare, gli imperdibili  che vi consigliamo sono sicuramente due: il The New Museum e il Museum of the Moving Image.

Il The New Museum (235 Bowery, New York, NY) renderà felici gli appassionati di Architettura e di arte contemporanea: installazioni e creazioni inserite in un palazzo costruito in un bilico apparente, come scatole appoggiate in maniera maldestra.

Il Museum of the Moving Image (6-01 35th Ave, Queens, NY) si trova al di là del fiume Hudson, ad Astoria, ed è un museo dedicato interamente a video, cinema e animazione. Interattivo, interessante e coinvolgente.

Il museo perfetto per chi non è interessato all’arte si trova però a Tribeca: il Mmuseumm (4 Cortlandt Alley, New York, NY) grande solo 3 metri quadrati e ha un accesso limitato di tre persone alla volta. In questo minuscola esposizione allestita dentro un montacarichi, installazioni e pezzi stravaganti sono la regola.

Volete scoprire la città senza muovervi da casa? Potete farlo con le straordinarie riconoscibili immagini dell’italiano Emiliano Ponzi, che ha raccontato New York sulle più grandi testate giornalistiche mondiali: ne ha colto l’anima, e l’ha tradotta in illustrazioni brillanti.